Toh, l’Impregilo! Chi non muore … trova il canale giusto – 17/07/’09

Chi legge questo blog, già sa chi sia l’Impregilo. Vedi al proposito il post Chi ha costruito l’ospedale de L’Aquila? La profezia di Saviano. Ha costruito tra l’altro l’ospedale de L’Aquila, che, a differenza di edifici ben più antichi e con credenziali molto meno pretenziose, è crollato come un castello di carte. A quanto pare, i crolli portano bene e fanno curriculum, a tale punto che, udite udite, l’Impregilo insieme – soprattutto – alla spagnola Sacyr (48% Impregilo, 49% Sacyr) si aggiudica i lavori per l’ampliamento del Canale di Panama, per una commessa di 3,22 miliardi di dollari. A lavori ultimati (si pensa per il 2014), sarà rivoluzionato l’intero traffico marittimo mondiale, con tutte le conseguenze che questo comporta per il commercio lecito e meno lecito: da Panama passeranno navi con un potenziale di carico tre volte maggiore delle attuali. Nel frattempo, come ben si usa, i costruttori saranno ancora più affiatati con il potere politico che amministra il canale e il suo traffico.

Che l’Impregilo abbia ab antiquis temporibus amato – debitamente ricambiato – l’America latina, è cosa risaputa. Proprio grazie al potentisismo cardinale venezuelano José Rosalio Lara l’Impregilo ebbe, tra l’altro, parte molto rilevante in quel grande business che furono a Roma i lavori per il Giubileo del 2000. Allora a presiedere le riunioni per i lavori dell’Impregilo era niente di meno che l’architetto De Bonis, sedicente nipote del prelato dello Ior Donato De Bonis, figura centrale di tutta la finanza vaticana, diabolico artefice dello “Ior parallelo” in capitoli tanto torbidi quanto decisivi della nostra storia del dopoguerra: basterà qui ricordare l’affaire Ambrosiano-Sindona-Calvi o l’affaire Tangentopoli. Legato, a quanto pare, alla mafia, alla P2 e ad Andreotti, Donato De Bonis giocò alla grande in quella grande industria del riciclaggio che ha rischiato e forse tuttora rischia di travolgere il Vaticano. Il Cardinal Rosalio Lara presiedette la commissione che tanta fatica fece ad affrontare il problema Ior-Donato De Bonis e non pare abbia certo brillato di chiarezza.

Pensando a tutto ciò, come si fa a essere tanto felice quanto il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Altero Matteoli (ex MSI e quota AN) che oggi ha subito esultato a ‘Radio Anch’io’: “Lieto che una nostra impresa partecipi alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali come quella di Panama”? Penso che il ministro, dicendo “nostra impresa”, si riferisse naturalmente al senso di patriottismo italico che da sempre ha accompagnato AN, sia prima di Fiuggi che dopo. Mi resta però la curiosità: per il ministro è più “nostra” l’impresa o sono più “nostri” i morti abruzzesi?

Quanto al gruppo di costruzioni spagnolo Sacyr Villerhmoso, ha di recente vissuto gravi difficoltà finanziarie e ancora oggi è uno dei costruttori più indebitati di Spagna con urgenza di liquidità, con un debito di 18.300 milioni di euro. Come abbia fatto a ottenere la commessa Panama con la Impegilo è uno dei tanti misteri del mondo d’oggi. Penso che, nel suo recentissimo viaggio in Spagna, anche Gianfranco Fini (ex MSI e quota AN) ne abbia parlato con il suo grande ammiratore Aznar, ex tantissimo amico di Silvio Berlusconi. Ma- senza più opposizione – che conta ormai la “cosa” Berlusconi? Conta molto di più la “nostra impresa” Impregilo.